Collezione: Fotografia
La stampa analogica in camera oscura è una tecnica "vintage" ancora praticata in ambito artistico perché consente un elevato controllo del risultato di stampa da parte dell'autore.
Ogni stampa viene eseguita dall'autore a mano tramite ingranditore analogico, a partire da un negativo su pellicola, e viene fissata su carta fotosensibile tramite una sequenza di bagni di contrasto, arresto, fissaggio e lavaggio.
Per determinare il corretto tempo di esposizione di un determinato negativo su di una determinata carta fotosensibile occorre preventivamente realizzare un "provino a scalare", ottenuto mascherando progressivamente la carta fotosensibile sotto la luce dell'ingranditore, dopo averne impostato l'apertura del diaframma. Se il contrasto del provino risulta troppo elevato o troppo tenue, si regola l'apertura del diaframma, si applica un filtro graduato e si ripete il provino a scalare. Così via, iterativamente, fino a determinare la corretta combinazione di impostazioni (diaframma, contrasto, tempo) che conducono al risultato ottimale. Con questi settaggi si può finalmente dare avvio alla tiratura. Infine, la stampa viene riposta ad asciugare, numerata e firmata. Raggiunto il numero prefissato di tiratura, il negativo viene biffato e reso non più utilizzabile.
Per ottenere un negativo su pellicola occorre utilizzare una fotocamera a rullino. Tutte le foto qui proposte sono ottenute dall'autore tramite una fotocamera Leica IIIf del 1951: una mitica macchina a telemetro, apprezzata anche da grandi fotografi del passato per la qualità della sua meccanica e la perfezione delle sue ottiche.
