Tiratura limitata, multipli, copie, falsi...
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Uno dei temi che spesso non vengono adeguatamente messi in evidenza, nel mercato dell'arte e della scultura in particolare, è la questione della "tiratura".
Una "tiratura" indica il numero di esemplari che vengono ricavati dal modellato originale, sia esso fisico (ad esempio un modello in argilla), sia esso digitale (un file, nel caso di una stampa 3D).
Lo stesso vale per altre forme artistiche che si prestano alla produzione in replica, come le stampe calcografiche, le stampe fotografiche, le litografie.
La "Tiratura limitata"
La "tiratura" può essere limitata, oppure no.
Se limitata, ogni singolo pezzo deve riportare impresso il numero progressivo, ed il totale della tiratura (ad esempio 1/100 indica esemplare numero 1 di 100).
Un'opera prodotta in tiratura limitata ad un numero contenuto di esemplari (una decina, ad esempio), ha in genere un valore superiore ad un'opera prodotta in una tiratura più generosa (un migliaio, per esempio).
Uno dei primi artisti ad avvalersi della "Tiratura limitata" è stato Auguste Rodin, che ha potuto in questa maniera ottenere molta notorietà anche all'estero. Del suo "Pensatore" esistono una quarantina di esemplari sparsi per il mondo.
Foto: Il Pensatore di Rodin, esemplare n.1 esposto al Museo Rodin a Parigi.
I "Pezzi unici"
Se la tiratura è composta da pochi esemplari, ogni pezzo viene in genere detto "unico" in quanto ogni esemplare effettivamente differisce dall'altro, non fosse altro per conseguenza della tecnica di realizzazione (stampo, correzioni, patina). In Italia, per convenzione, si intendono "Pezzi unici" gli esemplari di una tiratura limitata a non più di nove esemplari. Anche in questo caso ogni singolo pezzo deve essere numerato e firmato dall'artista.
Foto: "L'homme au doigt" di Alberto Giacometti. Opera prodotta in soli sette esemplari (sei ufficiali, più una Prova d'Artista).
I Multipli
Un caso particolare di tiratura "limitata ma non troppo" è quello dei "multipli".
I multipli sono emessi in un numero significativo di esemplari (anche di diverse centinaia, se non migliaia). Vi sono casi di multipli che arrivano a migliaia di copie, anche perché l'autore ha stabilito che la sola differenza cromatica costituisce una "tiratura" a sé stante... Ne sono un esempio i celebri "balloon dog" di Koons: la tiratura è dichiarata di 2.300 esemplari per ciascun colore, ma i colori sono (ad oggi) almeno tre...
Chiaramente, in questo caso, difficilmente il multiplo viene materialmente realizzato dall'artista, ma entrano in gioco produttori terzi che realizzano gli esemplari previsti su incarico dell'artista. La stessa firma dell'artista potrebbe non essere realizzata di pugno sull'opera, ma riportata unicamente sul certificato di autenticità che accompagna l'opera.
Foto: Il celebre Balloon Dog di Jeff Koons. Ciascuna variante (yellow, red, purple) è prodotta in serie dichiarata di 2300 esemplari.
Le Copie
Infine, sopratutto nel caso di opere di scultori storicizzati, vi sono anche le "Copie". Si definiscono copie gli esemplari ricavati dalla serie originale. Nel campo della scultura, una copia non dovrebbe riportare la firma dell'artista (va da sé, che essendo la firma presente sull'originale dal quale è stato ricavato il calco, dovrebbe essere cancellata), e dovrebbe riportare espressamente la dicitura "COPIA".
Non di rado accade però che la firma non venga eliminata, o che - peggio ancora - non venga nemmeno riportata la dicitura "copia" (in inglese, anche "after..."). In questo caso, più che di copie, si tratta semplicemente di falsi.
Foto: "I grandi Archeologi" di Giorgio de Chirico, recentemente esposta a Minsk. Si tratta probabilmente di una delle nove copie ottenute nel 1988 dal calco originale del 1968, in occasione del centenario della nascita dell’artista, dietro autorizzazione della figlia Isabella De Chirico.
E' importante conoscere anche un ulteriore aspetto della tiratura: ogni tiratura si compone di "esemplari ufficiali", e di "Prove d'Artista".
Sono tali gli esemplari che l'artista ha realizzato come esemplare da conservare per il proprio studio (ad esempio, come riserva per poterne ricavare il calco dal quale ricavare la tiratura, ove il calco originale si deteriori), o che ha realizzato autonomamente, in materiale meno pregiato di quello impiegato per la tiratura ufficiale (ad esempio in resina o gesso, anziché bronzo).
Anche le "Prove d'Artista" devono essere numerate. Sono identificate dalla sigla "PA" o "AP" (Artist Proof), seguita da un numero romano (es. I/IV indica esemplare numero uno di quattro).
Non necessariamente la tiratura deve essere materialmente eseguita tutta dal principio: è anche possibile che un artista produca gli esemplari dichiarati nel tempo. L'importante è che si attenga alla numerazione dichiarata dal principio.
Non sono rari infatti casi di opere replicate in multipli di tale quantità da aver perso progressivamente il proprio valore nel tempo. Questo accade quando un'opera, dopo alcuni anni, arriva al "secondo mercato", ossia quando viene rivenduta dall'originale acquirente, magari perché intende realizzare una somma da investire in un'altra opera. Se questo accade in contemporanea con molti esemplari identici, la quotazione di mercato inesorabilmente scende.
Nel caso che segue, l'opera "Goose" è prodotta in tiratura limitata di otto esemplari, di cui quattro esemplari ufficiali in bronzo (da "1/4" a "4/4"; il primo esemplare già realizzato, il secondo in produzione, i restanti due da realizzare) e quattro Prove d'Artista in resina patinata (da "AP I/IV" a "AP IV/IV", tutti già realizzati).