Lo scultore e il marmo

Francesco Zavattaro Ardizzi

La scultura in marmo è probabilmente la versione più nobile tra quelle possibili. Non solo per il valore del materiale (un blocco di marmo pregiato può costare svariate migliaia di euro), ma anche, in campo figurativo, per la possibilità di rendere il contrasto tra la fredda materia ed il tenero incarnato, per la trasparenza che ne caratterizza alcune varietà (marmo statuario), per la possibilità di modulare luci ed ombre giocando con il grado di finitura (lucido od opaco).
In Italia possiamo vantare una grande tradizione nella scultura del marmo, che ha consentito la produzione nel tempo di assoluti capolavori come "Il ratto di Proserpina" od il "Cristo velato", in cui il marmo è stato incredibilmente trasformato dal lavoro dello scultore.


Alcuni scultori sono passati alla storia proprio per l'abilità con cui hanno imparato a lavorare il marmo. Primo tra tutti Michelangelo, poi superato in abilità dal Bernini. Tuttavia, specialmente nella loro maturità artistica, pochi di essi continuarono a scolpire integralmente le proprie opere. Bernini per esempio delegava ai suoi assistenti buona parte dei dettagli esecutivi (come per esempio le foglie dell'"Apollo e Dafne", realizzate da un suo allievo), preferendo concentrarsi sulla prima fase di impostazione della figura.
Altri scultori, al contrario, si limitavano a dare l'ultima mano di finitura alle opere, e delegavano ai propri numerosi assistenti tutta la fase di copia dal modello (questo sì realizzato dall'artista).
Tra di questi scultori vi sono valenti esempi, come il Canova, o, in tempi più recenti, Auguste Rodin. 
Tuttavia, se quantomeno il Canova riprendeva il lavoro di finitura sulla scultura ormai portata allo strato semi-finito, di Auguste Rodin è invece comprovato che non abbia mai scolpito egli stesso il marmo, limitandosi nel migliore dei casi ad apportare eventuali lievissime modifiche, ed a firmarlo.
Nulla di scandaloso, beninteso. L'opera dell'artista era concentrata nella modellazione dell'opera in creta; tutte le produzioni successive (modello in gesso, colata in bronzo o copia in marmo) potevano/dovevano essere demandate ai propri assistenti, anche per far fronte alle richieste del mercato.

Ancora oggi in Versilia vi sono laboratori artistici specializzati proprio nella riproduzione in marmo dei modelli realizzati dagli artisti.
Il lavoro di sbozzatura del marmo è stato notevolmente semplificato dall'avvento della tecnologia informatica. Partendo dalla scansione 3D del modello ne riproducono una versione in marmo con l'impiego di macchine fresatrici a controllo numerico. Perde un po' di poesia, ma velocizza il lavoro di sbozzatura, che può essere portato a livelli davvero molto vicini alla resa finale. Poi interviene il mastro scalpellino, o l'autore stesso, che apporta le ultime finiture.
L'artista può anche scegliere di lasciare in vista i segni della macchina fresatrice, come per esempio fatto da Patrick Tuttofuoco nell'opera recentemente esposta a Torino alle OGR (immagine a lato). In questo caso l'artista ha fatto eseguire una scansione 3D del figlio appisolato, e ne ha fatto ricavare un "semifinito" da un'officina artistica per mezzo di una macchina fresatrice a controllo numerico.

Ma allora, l'opera in marmo è un falso?
No, così come non lo è quella in bronzo (ovviamente realizzata in fonderia). In genere, sia la copia in marmo che quella in bronzo discendono dall'opera modellata dallo scultore, che però, nella gran parte dei casi, è effimera, o realizzata con un materiale meno pregevole e durevole. In questi casi il modellato va perso, e l'originalità viene trasferita di fatto alle copie ricavate dal modello, siano esse in marmo, in bronzo, in resina, in gesso...

​Ok, ma se allora possiamo considerare "originale" anche la riproduzione eseguita dal modello, quanti esemplari è lecito che l'artista ne ricavi? Ha ancora senso parlare di "opera d'arte" nel caso di serie di centinaia o migliaia di pezzi (cosiddetti "multipli")?

E nel caso della "modellazione digitale", possiamo ancora parlare di "scultura"? Non è forse più simile ad una "fotografia" che non alla scultura tradizionale?

Materia per molti altri post... Per ora chiudiamo qui.

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