Opera d'Arte, o "oggetto d'arte"?
Francesco Zavattaro ArdizziShare
Proliferano, ultimamente, nel campo della scultura, proposte di oggetti molto colorati e di piccolo-medio formato, facilmente impiegabili come elementi di arredo.
La tiratura, in genere, non è limitata. Sono oggetti prodotti in serie (pur con qualche contributo manuale), ed il prezzo è in genere modesto (a partire da qualche decina di euro in su).
Sono oggetti allegri e simpatici, colorati e spiritosi.
Mi è capitato di osservare una vetrina con questi oggetti in Belgio, che qui ripropongo:
Foto: vetrina in Belgio (Anversa) che propone "oggetti d'arte"
Li definirei sostanzialmente dei "giocattoli", o - meglio ancora - dei "pupazzi" per adulti. I personaggi ammiccano, infatti, ai "peluche", compagni di giochi d'infanzia (orsetti, cagnolini, giraffe, scimmiette...).
Quel che più mi ha colpito, di questa vetrina, è il prezzo molto modesto di questi oggetti.
Sicuramente un prezzo più allineato al mero costo di produzione/commercializzazione, che non al "valore" che si tenderebbe invece a riconoscere ad un "Opera d'Arte". Da quel che si può intuire, sono pezzi in resina riprodotti in serie da stampi, e poi dipinti repetitivamente a mano.
Navigando in internet si possono trovare altre proposte simili, a prezzi superiori, realizzate con materiali più pregiati (ceramica, acciaio, etc...). Impazzano, tra queste, le copie dei mitici "Balloon Dog" di Koons.
A questo proposito, viene da chiedersi fino a quale limite si possa ancora considerare "opera d'arte" un oggetto replicato in numerosi esemplari.
In altri termini, cosa differenza questi "oggetti artistici" dai "multipli d'arte" di riconosciuti artisti, tirati a migliaia di esemplari?
Il materiale? La qualità della realizzazione?
Non proprio...
Prendiamo l'esempio del "Balloon Rabbit" di Jeff Koons.
Gli esemplari originali, proposti dalle gallerie che commercializzano quest'opera, sono dichiarati in tiratura "limitata" a 2.300 esemplari. Tuttavia, ogni "colorazione" fa tiratura a sé... 2.300 Magenta + 2.300 Violet + 2.300 Orange, etc...
Il prezzo di un esemplare varia in base alle galleria, ma si attesta (ad oggi) sui 15-20mila euro.
Il materiale dichiarato è "ceramica smaltata". La produzione è affidata espressamente ad un'azienda che produce oggetti di ceramica di riconosciuta qualità, e il procedimento di realizzazione è quello classico della manifattura ceramica (stampo, cottura, smalto, ricottura).
Sicuramente, un'attività da eseguire con professionalità e attenzione, tramite procedimenti che assicurino qualità e uniformità della fattura, ma si tratta tutto sommato di un procedimento relativamente economico.
Quindi, il "valore" dell'opera non è correlato al costo di produzione: il "valore aggiunto" è dato dalla "firma" dell'autore, riportata sul "certificato di autenticità", richiamante un numero identificativo riportato sull'opera stessa, e facente capo ad un archivio riconosciuto dall'autore stesso.
Foto: Balloon Rabbit (Red), 2017; Numerazione e tiratura riportate sull'opera (999 di 2.300 esemplari per la versione "Red").
Il che non stupisce, dal momento che si vuole riconoscere un valore alla firma dell'artista in sé. Del resto, anche un semplice tovagliolo firmato da Picasso farebbe gola, no...?
Però, questa cosa mi fa pensare...
La firma di Picasso su un tovagliolo renderebbe il "pezzo" unico, meritevole di essere esposto tal quale, con la firma ben in vista!
Nel caso invece dei Balloon Rabbit/Dog/Swan/Monkey di Koons, ciascuno riprodotto in vari colori, e ciascun colore replicato in 2.300 esemplari, la firma attesta semplicemente che si tratta di un'opera di 2.300 identiche, "riconosciuta" da Koons.
Peraltro, la firma originale non è posta sull'opera (si vede bene che l'unico dato apposto a mano è il numero dell'opera - probabilmente in officina, immagino da parte di un addetto alla certificazione di qualità), ma sul certificato d'origine (consegnato a parte).
Di fatto, sull'opera in sé non vi è alcun apporto materiale da parte dell'artista (nemmeno la firma).
La sensazione, per quanto mi riguarda, è che l'apporto dell'artista si sia esaurito con il concepimento iniziale dell'opera "originale" (in questo caso, il gigantesco e fenomenale "balloon dog" realizzato in acciaio e smalti da carrozzeria).
Balloon Dog, Jeff Koons.
Il che non vuol dire che l'esemplare ridotto e "multiplo" non sia comunque un bell'oggetto, che sappia esercitare una certa attrattiva, e che magari possa anche costituire un motivo di speculazione economica (questo, lo si vedrà con il tempo).
Però comprendo ugualmente chi decide, visto che l'opera in sé gli piace, di comprarne un esemplare "non riconosciuto dall'autore" ma sostanzialmente identico - o molto simile - per un importo assai più contenuto.
© CC BY