Il David di Michelangelo, o lo Hobbit?

Francesco Zavattaro Ardizzi
Riconosciuto capolavoro universale, il David presenta alcune caratteristiche curiose.

La scultura, oggi collocata nella Galleria dell'Accademia, a prima vista colpisce per l'armonia della composizione.
Il David è nudo, colto mentre studia da distanza di sicurezza il proprio avversario. Con la mano sinistra tiene la frombola, appoggiata con nonchalance sulla spalla, quasi fosse una sciarpina. Nella destra cela una pietra compatta.
I muscoli sono ben definiti, ma rilassati, La superficie del marmo è estremamente curata, levigata o lasciata ruvida a seconda dei casi per esaltare luci ed ombre.
La statua è alta, molto alta: 405 cm, più il basamento.

Ad uno sguardo più ravvicinato, si resta colpiti dalla perfezione dei particolari anatomici (la bocca,  le mani,  gli occhi, le orecchie, la vena sul collo...).
Però, ad osservarlo da vicino, le proporzioni non tornano.
A guardarlo bene, il David appare un po' "tappo", quasi uno Hobbit.
Testa e mani in particolare sono più grosse di quanto ci si aspetterebbe. Il pene, in compenso, è piccolo.
Sul tema, c'è chi sostiene sia stata una scelta precisa dell'artista.
Non tanto per ragioni prospettiche (varrebbe per la testa, ma non per le mani), quanto ideali.
La testa e le mani rappresenterebbero la volontà e la capacità di realizzare grandi imprese, ed il sesso rimanderebbe invece alla parte istintiva e passionale dell'uomo.
Quindi, la ragione e la capacità che prevalgono sull'istinto e la passione.
Beh, poi occorre considerare che l'opera è nata come una commissione sacra, da mettere su un contrafforte della cupola del duomo.
Di fatto, però, non vi arrivò mai.

L'enorme statua (la prima di genere monumentale per i tempi) assunse da subito, ancor prima di essere terminata, un significato politico per la giovane repubblica fiorentina (correva l'anno 1501).
Volto verso sud, posto davanti all'ingresso di Palazzo Vecchio (sede del governo della città), il giovane David, coraggioso, forte e nelle grazie del Signore, prossimo a sconfiggere il gigante Golia, rappresentava perfettamente la repubblica fiorentina.
Il successo conclamato della statua (che pare fece ingelosire non poco altri artisti contemporanei, in primis Leonardo Da Vinci), aveva indubbiamente una ragione di carattere estetico, ma di sicuro vi contribuì non poco la chiave di lettura politica.
Eppure, la commissione era per una statua di genere religioso, da posizionare su uno dei contrafforti della cupola del duomo.
ll blocco di marmo sarebbe stato fornito dalla Fabbrica del Duomo. Il contratto prevedeva due anni di tempo per consegnare la statua finita, ed un compenso per l'artista.
Michelangelo ai tempi era già uno scultore affermato (nato nel 1475, aveva ben 26 anni), ma la commissione dovette apparirgli tutt'altro che semplice.
Il grosso blocco di marmo (circa 410 cm di lunghezza) era già stato sbozzato da due valenti scultori una quarantina d'anni prima, e giaceva abbandonato nei magazzini dell'Opera del Duomo. Gli scultori che vi avevano lavorato lo avevano probabilmente abbandonato a causa della scarsa qualità del marmo, caratterizzato da diffuse cavità ("tarli" del marmo) e venature (zone di transizione più facilmente soggette a rottura). Inutile dedicare del tempo ad un'opera destinata a rompersi sotto i colpi del martello.
Il blocco, per giunta, era già stato sbozzato a livello delle gambe. Le proporzioni erano quindi vincolate.
Michelangelo accettò comunque la sfida, ma probabilmente questa è la ragione delle proporzioni generali del David.

Un ulteriore indizio interessante è stato rinvenuto nel corso dei lavori di restauro condotti negli anni novanta. 
Sulla sommità della statua è stata rinvenuta, nascosta dalle volute della chioma, la "scorza vecchia" (la superficie del blocco originario, come trasportato dalla cava), indizio del fatto che Michelangelo ha colto fino all'ultimo millimetro le possibilità offerte dal blocco che gli era stato assegnato,
E se consideriamo che la figura in parte era già stata sbozzata da altri scultori, è probabile che Michelangelo abbia fatto del suo meglio per rendere la figura di David, pur conscio del difetto di proporzioni.

Un'ultima curiosità. Il David è mancino: tiene la frombola con la sinistra. Difficile dire se la posa derivi da esigenze realizzative (il blocco di marmo era già stato sbozzato in precedenza), o se sia una scelta dell'artista. Però pare che anche Michelangelo fosse mancino.

Si dice che ogni opera sia una confessione dell'artista.
Credo che anche questa non faccia eccezione.
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