In questo post vi propongo un confronto tra le tre più note raffigurazioni scultoree del David.
In ordine di comparsa: il David di Donatello, quello di Michelangelo, ed infine quello del Bernini.
Il David di Donatello è una statua in bronzo alta circa 1 metro e mezzo, in scala di poco inferiore al vero. Data di realizzazione e committenza sono incerti, Risalirebbe alla metà del ‘400, e si sa che appartenne ai Medici. Date le ridotte dimensioni, pare comunque ragionevole supporre sia stata concepita per una esposizione domestica, non in pubblica piazza.
Donatello rappresenta David come un ragazzino efebico, caratterizzato da fianchi stretti e pochi muscoli, il dorso quasi femminile. È nudo, ma indossa un buffo cappello a forma di scolapiatti con motivi agresti, e dei calzari.
David è raffigurato vittorioso, il duello con Golia si è già compiuto.
Tiene nella destra la spada con cui ha appena reciso la testa del gigante, dopo averlo stordito con un colpo di frombola.
Il pugno sinistro è posato con civetteria sul fianco, e serra il fatidico sasso. Il peso è poggiato sulla gamba destra. Il piede sinistro è posato sulla testa mozzata di Golia, come farebbe un cacciatore in posa con una fiera abbattuta. David ha un’espressione soddisfatta, sembra quasi ammiccare: è conscio dell’impresa compiuta, e sembra volerci dire “Avete visto? Grande e grosso, ma l'ho sconfitto!”.
Il David di Michelangelo, realizzato una sessantina d’anni dopo, è per certi versi l’opposto.
La statua è monumentale (più di quattro metri d’altezza, oltre al piedistallo). E' stata realizzata da un unico blocco di marmo fornito dal committente (la Fabbrica del duomo), destinata sin dal principio ad un’esposizione al pubblico.
Il David è rappresentato prima che si compia il duello.
David osserva dalla distanza il proprio avversario, lo studia. Nella mano destra tiene celata una pietra. Nella sinistra una frombola, risvoltata sulla spalla.
È un giovane forte, robusto, virile. Non è più un ragazzino.
Usa la testa, prima ancora del fisico, e l'osservatore sa che avrà successo.
Ultimo in ordine cronologico, Bernini sceglie di differenziarsi dai due maestri che lo avevano preceduto.
Il David del Bernini fu realizzato nel 1624 su commissione del suo mecenate, il cardinale Scipione Borghese, per essere inserito nella collezione privata collocata nel palazzo di Villa Borghese (ed è ancora lì).
Bernini aveva 26 anni, la stessa età alla quale Michelangelo iniziò il David. Pare che il rapporto di Bernini con Michelangelo fosse caratterizzato da stima e competizione (virtuale). Bernini voleva superare tutti, e sapeva del resto di avere capacità fuori dal comune.
Bernini sceglie di portare alla difficoltà estrema la rappresentazione del David. Il David del Bernini non viene rappresentato nè prima, nè dopo il duello. Il David è raffigurato durante il duello, nell’esatto istante in cui, in una posa dinamica pietrificata, sta tendendo all'indietro la frombola per iniziare il movimento rotatorio con cui a breve proietterà l'acuminato sasso diritto sulla fronte del gigante Golia.
Anche in questo caso, come in Michelangelo, il David è un ragazzo robusto e maturo, e non un giovinetto. La frombola è tenuta con la destra, nella mano sinistra tiene un ciottolo spigoloso. Il corpo è avvitato su se stesso, è una molla colta nella fase di carica. David sta raccogliendo ogni energia per scagliare la breccola con la massima potenza possibile. Le labbra sono serrate, l’arco sopraccigliare inarcato, le narici allargate. Pare quasi di sentire un soffio d'aria uscire dalle sue narici. Tutti i muscoli sono tesi, persino le dita dei piedi sono contratte e si aggrappano al terreno, come un tuffatore pronto a lanciarsi da una piattaforma.
I tre David, messi a confronto, offrono una percettibile lettura del periodo storico ed artistico in cui sono stati realizzati: umanesimo, rinascimento, e barocco.
Semplificando molto, anche per non far diventare questo post troppo lungo: la capacità dell’uomo di determinare il proprio destino (Donatello); il primato dell'intelletto (Michelangelo); ed infine la ricerca della meraviglia (Bernini).
L’arte è testimonianza del proprio tempo.
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